Si è tenuto oggi, all’Arsenale di Venezia, nell’ambito della prima edizione del Salone dell’Alto Artigianato Italiano, il convegno “Il lavoro, strumento di crescita e cambiamento” durante il quale il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone sono intervenuti per dialogare, tra gli altri, sui temi dell’occupazione in Italia e sull’arte artigiana.
Promosso dal Comune di Venezia, in collaborazione con Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Consiglio Nazionale dell’Ordine, ha visto come moderatrice Elisa Billato, caporedattrice Tgr Veneto.
“Abbiamo voluto questo Salone per rappresentare il meglio di ciò che c’è in Italia – ha dichiarato il sindaco Brugnaro – sono 100 le imprese che hanno trovato spazio all’interno delle Tese dell’Arsenale, scelte tra oltre 200 che ci hanno chiesto di partecipare. Queste persone dimostrano cosa significa mettere in campo le nostre migliori abilità e capacità, e di queste farne un mestiere. Per questo motivo siamo orgogliosi di averli ospiti dell’Arsenale in questi giorni”.
“Sono esposti numerosi oggetti e opere – ha continuato – che simboleggiano il risultato di una vita di lavoro. Una vita dedicata al lavoro manuale che, attenzione, non è più quello di un tempo. Oggi artigianato significa lavoro di cuore, di fantasia, ma anche e soprattutto di tecnologia. La specializzazione richiesta è infatti altissima, ed è qui che entrano in gioco i giovani, a cui si aprono numerose possibilità. Bisogna infatti puntare sul rivalorizzare il lavoro, e soprattutto la sua accezione più stretta. Il lavoro è un’opportunità, e in Italia bisogna coltivare l’ottimismo raccontando la parte bella del Paese, che c’è. Il Reddito di cittadinanza andava fermato e riformato. Riserviamo risorse a chi è davvero in difficoltà e non è protetto da ammortizzatori sociali, destiniamo il resto a chi si mette in gioco, con detassazione e decontribuzione. La stella polare dev’essere l’incentivo all’occupazione non il premio a chi se ne stava a casa”.
Sul tema del lavoro dei giovani in Italia, è inoltre intervenuto il ministro Calderone. “Quando si parla di giovani che non si mettono in gioco quando si tratta di affacciarsi al mondo del lavoro, la società registra una sconfitta”, ha sottolineato Calderone. “Forse siamo noi genitori a doverci interrogare su come ci poniamo nei confronti dei nostri figli, spesso proiettando delle aspettative più nostre che loro. Il mito del figlio laureato a qualunque costo ha portato alla creazione di numerosi corsi di laurea che non trovano sbocco nel mondo del lavoro. Alla luce di questo, i lavori di artigianato e quelli tecnici devono essere promossi, valorizzati. La formazione professionale, che spesso purtroppo è vista come seconda o terza scelta, statisticamente porta i giovani a trovare lavoro, e questo perché mette da subito in contatto gli studenti con il territorio. Bisogna trasferire ai nostri figli e nipoti l’amore per il lavoro, per il paese e per il territorio. In questo modo recuperiamo il valore delle singole cose”.
Rispondendo infine ad una domanda sul tema dell’immigrazione, che i Sindaci sono tenuti a gestire in prima linea, Brugnaro ha spiegato che “bisogna evitare inutili buonismi, ma su questo argomento oltre all’accoglienza è necessario garantire un lavoro. Personalmente, ho sempre sostenuto il blocco navale umanitario, ma le persone che sono arrivate non possiamo lasciarle a non far niente per mesi e mesi aspettando una carta. Mentre sono in questo limbo, facciamole lavorare. Per questo motivo è necessario che vengano create normative che sblocchino il sistema dal punto di vista burocratico. Nella situazione attuale, di fatto la persona con il solo permesso di soggiorno temporaneo non è incentivata, in quanto c’è un limite di reddito pari a 6.000 euro che fa perdere il diritto all’accoglienza di chi è nei CAS. Questo rischia di creare ripercussioni immediate perché uno straniero che vuole impegnarsi potrebbe rivolgersi al mercato nero, dando così vita ad una concorrenza sleale che è del tutto negativa oltre che ad alimentare lo sfruttamento di manodopera. Unito a questo c’è anche il tema alloggi, visto che in molti casi il proprietario di un’abitazione non riesce ad affittare, non essendoci clausole che possano difendere la proprietà in caso di ritardi di pagamenti o di situazioni difficili, a meno che non siano le aziende stesse che li assumono a farsene carico. Andrebbe fatta una politica fiscale di vantaggio, “agganciando” l’alloggio al posto di lavoro. Questo consentirebbe tra l’altro anche di distinguere tra chi intende integrarsi nella società e chi invece no. Infine il tema della formazione: con le associazioni di categoria e sindacali investiamo nelle scuole professionali nei paesi di provenienza degli immigrati: sarebbe una prima selezione di manodopera qualificata da poi portare in aereo in Italia”.